Cuore nascosto by Ferzan Ozpetek

Cuore nascosto by Ferzan Ozpetek

autore:Ferzan Ozpetek [Ozpetek, Ferzan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-03-18T12:00:00+00:00


Sono almeno tre giorni che siamo chiusi in questa stanza, ma potrebbero essere anche di più, ho perso il conto. Abbiamo oscurato le finestre per non essere disturbati dai riflessi implacabili della luce estiva, che distorce i colori, e adesso non so nemmeno se è ancora notte o già mattino. Qualche sera fa mi hai aiutato a trascinare un materasso al centro della stanza ed è qui che dormiamo, ci amiamo e ci consumiamo. Usciamo solo per andare in bagno.

Da quando abbiamo saputo che la mostra è stata fissata fra quattro mesi e non potrà più essere rimandata, e il gallerista ha ribadito che si aspetta da noi almeno un’altra ventina di opere ciascuno, siamo stati risucchiati in un vortice creativo che non conoscevo, una frenesia che non ci abbandona mai, un fuoco che brucia tenendoci in vita l’uno per l’altra. Tutto il nostro mondo è racchiuso tra queste quattro pareti, non ci serve nient’altro.

L’afa è insopportabile. Per resistere ci siamo liberati dei nostri vestiti e ora siamo nudi come creature appena venute al mondo, senza nient’altro addosso se non una pelle sottile macchiata di vernice, scintillante di sudore e desiderio. Siamo due animali in gabbia, una gabbia di fuoco dove il nostro amore brucia consumando ogni cosa.

In un piccolo frigo abbiamo una scorta di acqua, birra e qualcosa da mangiare che, puntualmente, finisce, così a turno usciamo per procurarci del cibo, mentre l’altro resta in attesa, già pieno di nostalgia. Ci siamo perfino inventati un rituale magico: quando uno di noi è costretto a uscire, prima di allontanarsi si mette in tasca, opportunamente piegato in quattro, uno dei “cuori sovrapposti” che abbiamo dipinto per simboleggiare il nostro amore, e che se ne stanno appesi alla parete dello studio; così è come se portassimo sempre con noi il battito che ci unisce.

L’unica vera fame che avvertiamo, però, è quella che ci spinge a cercarci con l’urgenza di due naufraghi che stanno per raggiungere la riva. Dipingiamo, ci amiamo, dipingiamo, mangiamo, pisciamo, dipingiamo, ci amiamo, mangiamo, dipingiamo, ci amiamo e ancora dipingiamo e di nuovo ci amiamo, come se il nostro tempo stesse per finire. Non so cosa ci è preso.

Lo studio è grande. Ci siamo divisi lo spazio. Ciascuno ha il suo angolo, le sue tele, i colori, i pennelli. Ma mentre dipingo dandoti le spalle, avverto la tua presenza, che mi ispira e mi sostiene. Ti sento respirare, intercetto i tuoi gesti, avverto il fruscio del pennello sul lino teso della tela. Siamo due corpi in cui batte un unico cuore: quello che stai provando tu lo conosco anch’io, e ciò che io vivrò tu già lo sai.

Ora ti sei assopito. Il tuo bellissimo corpo muscoloso è abbandonato sul lenzuolo sfatto, le braccia e le gambe aperte a prendere tutto lo spazio del materasso. Sembri l’Uomo vitruviano di Leonardo. Non avevo mai visto nessuno dormire così.

Tu ti riposi e io ne approfitto per fissare nero su bianco questo vortice di emozioni e sensazioni che tiene la mia anima costantemente appesa alla corrente del presente, un qui e ora che mi riempie e mi consuma allo stesso tempo.



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